“Il vantaggio principale d’un Accademia consiste in questo, che, oltre al somministrare de’ buoni Precettori ad uno Studente, contiene altresì una copiosa scelta di buoni Gessi; e questi sono i materiali, di cui, chiunque à fior di senno, sarà duopo si vaglia; poiché, senza cotali esemplari, anche i maggiori ingegni s’affaticherebbero indarno, o travierebbero. Studiando questi autentici documenti dell’Arte, uno può acquistare ad un tratto tutto quel sapere, che risultò al secolo presente dalla di mano in mano accumulata sperienza de’secoli passati, sicchè a forza di contemplare il lento e ritardato progresso de’nostri Predecessori, verremo a rendere il nostro più breve e più spedito”
(J. REYNOLDS, Discorsi, 1778)

 

Le Gipsoteche: fortuna e sfortuna di un bene culturale

La scultura in gesso costituisce una particolare categoria di opere, particolarmente legate al tema dei calchi e dei processi di formatura. Alla scultura in gesso appartiene una categoria molto ampia di manufatti collegata al tema della riproduzione delle opere di scultura, trattandosi di calchi eseguiti con tecniche diverse da modelli o da opere finite. Questa categoria di opere in gesso comprende i manufatti appartenenti a tre categorie principali, le botteghe artistiche (studi d’artista, lasciti), le collezioni didattiche conservate spesso presso le accademie e gli Istituti d’Arte e le numerose raccolte conservate presso le gipsoteche universitarie. In alcuni casi si conservano modelli appartenenti a grandi cantieri come per esempio quelli del Vittoriano.
Si tratta di opere particolarmente fragili, spesso di grandi dimensioni, ingombranti e difficili da conservare, in molti casi abbandonate in depositi non idonei per la loro buona conservazione. Così i gessi sono stati per molto tempo trascurati essendo considerati solo delle copie alle quali veniva attribuito uno scarso valore formale e artistico. Da quando questa particolare tipologia di opere è entrata a pieno titolo fra i beni culturali tutelabili, si è compreso quanto essi siano in molti casi la testimonianza unica di modelli originali oppure di opere antiche esposte all’aperto, che ormai hanno subito un grave deterioramento come la colonna Traiana o altri monumenti antichi. Si è sviluppata una maggiore attenzione per questa tipologia di opere, dedicando un maggiore impegno nella conoscenza dei materiali costitutivi, delle tecniche esecutive, delle finiture, e del loro deterioramento. Per quanto ancora sia necessario approfondire temi e problematiche si può già affermare che le tecniche di intervento e i materiali di restauro sono oggi molto più efficaci e rispettosi delle superfici fragili dei gessi, grazie alla confluenza di diverse competenze scientifiche quali la ricerca storico-artistica e documentaria, l’anamnesi conservativa, le tecniche diagnostiche, il monitoraggio ambientale e biologico e l’insieme delle operazioni di restauro conservativo.


La collezione di calchi in gesso dell’Accademia di Palermo, è costituita di circa 150 opere scultoree - tra cui statue, bassorilievi, frammenti architettonici – e costituisce un piccolo panorama esemplificativo degli stili susseguitisi nella storia dell’arte. Per la maggior parte la gipsoteca é costituita da calchi di opere dell'antichità classica, del Quattrocento toscano e poche ma importanti sculture neoclassiche. Segue una interessante serie di calchi tratti dalla scultura e dall’architettura siciliana dal Medievo alla stagione Liberty, fatti realizzare in occasione dell’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892. Un importante nucleo è rappresentato da una serie di quattordici gessi originali di Archimede Campini (Forlì, 8 marzo 1884 – Palermo, 1950), scultore raffinato e docente, al seguito di Antonio Ugo, presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.


La gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Palermo è un patrimonio che testimonia oltre tre secoli di attività didattica e formazione artistica. La funzione storico e didattica della raccolta si presta a sperimentare nuovi strumenti e metodi per la fruizione delle opere d’arte, rinnovando la funzione della replica applicativa nella diffusione della cultura materiale dei patrimoni artistici.

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