Gipsoteca

Le copie in gesso: significati e funzioni

Storicamente l'arte scultorea ha assunto un ruolo decorativo e si è preoccupata di creare forme che suscitassero emozione e ammirazione per la loro bellezza. La creatività dell'artista si esprimeva nell'abilità di riprodurre nel marmo o nel bronzo le movenze del corpo umano, abilmente equilibrato e proporzionato. La storia delle copie è necessariamente legata al duraturo e persistente fenomeno della riscoperta dell’antico, costantemente punto di riferimento per artisti e collezionisti,e repliche, eseguite in diversi materiali e in differenti dimensioni, che nel corso della storia furono costantemente raccolte sono la conseguenza dell’interesse e di un vero e proprio culto del passato. L’abbondanza delle copie nelle collezioni private e il fervore con cui questi oggetti furono ricercati inoltre testimoniano un apprezzamento da parte degli amanti dell’arte del passato molto lontano da quello di oggi, che valorizza l’unicità dell’opera d’arte. Copie di statue greche vengono replicate nell'antica Roma, allo scopo di decorare templi e case. L'imperatore Adriano, uomo colto e cultore della bellezza, fa realizzare numerose di queste copie in marmo per abbellire la sua villa di Tivoli. Pressocchè illimitata è la gamma delle ripetizioni applicative da capolavori della scultura, in materiali, dimensioni, tecniche diverse da quelle degli originali; e rapida è la degradazione della qualità stilistica nelle riproduzioni via via più correnti e addirittura industriali, come quelle in ceramica, porcellana, gesso, metalli vari praticate in vari periodi e specialmente nel XIX secolo. Vi sono tuttavia epoche nelle quali anche la ripetizione applicativa ha avuto un certo interesse estetico: come, per non citare che pochi esempi, nella divulgazione della scultura bronzea dell’Estremo Oriente, nelle derivazioni dall’antico dei bronzi del Rinascimento e perfino nella ripetizione dell’antica statuaria nelle porcellane di Wedgwood, Sèvres, Capodimonte. Soprattutto nella scultura la formazione degli artisti è avvenuta, specialmente nelle culture occidentali, attraverso lo studio degli esemplari antichi: nel secolo XV, a Padova, lo Squarcione disponeva di una raccolta di “anticaglie” per lo studio dei giovani artisti e un discepolo di Donatello, Bertoldo, diresse la scuola medicea di scultura nei giardini di Boboli. Col diffondersi della tecnica e della pratica dei calchi in gesso, questi divennero il principale materiale didattico per l’insegnamento della scultura e, in generale, dell’arte, tanto che presso le accademie del disegno, dette poi delle belle arti, si formarono collezioni spesso cospicue di calchi (gipsoteche), la cui importanza fu notevole per gli studi storici sull’arte antica. Anche oggi le raccolte di calchi sono un elemento essenziale per lo studio dell’arte antica, specialmente quando l’originale sia perduto o inaccessibile. Non è da escludere che la pratica dello studio sul calco in gesso, che traduce le trasparenze del marmo e i riflessi del bronzo in un chiaroscuro tenue e uniformemente graduato, abbia influito sulla concezione tradizionale o accademica della scultura classica e sullo stile astrattamente classicizzante di certi periodi della storia dell’arte, in particolare il Neoclassicismo. Tra i cultori d'arte, anche lungo il Novecento e la contemporaneità, molti sono gli estimatori del calco in gesso, apprezzato per l'assoluta fedeltà all'originale in quanto realizzato rilevandone l'impronta (calco). Altro vantaggio, rispetto al marmo, è che a fronte di una relativa fragilità il gesso garantisce minor peso e costo contenuto. L'arte moderna e contemporanea ha spesso attinto ai calchi in gesso, utilizzandoli per proporre nuovi soggetti attraverso interventi o rielaborazioni. È il caso ad esempio dei lavori monocromi di Yves Klein esposti al MOMA, Museo d'Arte Moderna di New York.

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